Non credo che potrei mai fare l’abitudine a questi aerei che
mi atterrano sopra la testa.
Ai miei occhi occidentali, Guate è una città strana; in
realtà, immagino sia come tante altre città nei Paesi in via di sviluppo.
Stamattina sono andata a lavoro con il bus (quello sicuro) ma sono appena rientrata
a piedi, perché prendere l’autobus era praticamente impossibile, dato l’ammasso
di gente in attesa. È questo che sconvolge sempre di queste città:
l’incredibile ammasso di gente. Non c’è mai abbastanza posto. Gli autobus
arrivano uno dietro l’altro ma ancora la fila non si muove. Le strade hanno
3,4,5 corsie e ancora le macchine si impilano. Qua tutte le macchine hanno i
vetri scuri, tutti i vetri. Por culpa de
los ladrones, mi ha detto Flor, la mia capa. Così non vedono chi e cosa c’è
a bordo. Chi va in moto invece deve indossare un giubotto di quelli gialli o
arancioni in cui è scritto in grande il numero di targa della moto. Sempre por los ladrones? Quegli autobus rossi
poi, sembrano davvero una caricatura. Stracarichi, tossiscono come se stessero
per perdere un pezzo ad ogni accellerata, ma sono quasi tutti decorati con
pubblicità o affini. L’altro giorno ne ho visto uno che aveva il parabrezza a
forma di simbolo di batman. Ah, il parabrezza è sempre oscurato (los ladrones?)… Quando respiro la loro
scia di veleno, rifletto sul fatto che mi trovo ad un altitudine più elevata
(1.500) di quella di Cortina.
Mi dicono tutti di non girare con l’iphone, che è pericoloso
(sapete, los ladrones) ma qua TUTTI
hanno l’iphone, e ovunque ci sono negozi di cellulari e persino il bugigattolo
all’angolo vende schede e ricariche. Se c’è una televisione accessa dà per
forza calcio, probabilmente la liga. I negozi sono aperti a tutti le ore. Le
strade non hanno nomi, ma solo numeri all’americana: 13 calle, 5-51, zona 9. L’acqua potabile non la chiamano acqua e
basta, ma agua pura. Quieres agua pura?
Specificano sempre. Il giorno che mi offriranno dell’agua e basta dovrò preoccuparmi.
Ricordiamoci che Guate è anche la città dov’è si è aperto
un’enorme cratere nel 2010 (googlate Guatemala City sinkhole, se non vi
ricordate).
E poi chiaramente c’è la microfinanza. Nel centro commeciale
dove sono andata a prendere la mia sim, ho visto almeno cinque posti diversi
che offrivano prestiti. Sui i pali della luce si vedono cartelli con solo
scritto “Offriamo credito senza bisogno di garanzie. Chiamare 12345”.
Mi sono presa un mango già tagliato qua davanti all’albergo,
per 50 cent. Poi ho preso una caraffa di agua
pura dal distibutore dell’albergo e me lo laverò per bene prima di
mangiarmelo. Il mio stomaco ancora regge nonostante l’esorbitante quantità di
proteine che ingerisco ogni giorno. Oggi abbiamo pranzato in uno di quei posti
in cui ti siedi e pensi “vabbè, speriamo bene, prima o poi dovrò stare male”.
Un bel churrasco (carne grigliata), ovviamente accompagnata dagli immancabili
fagioli e dal guacamole, e nachos come se piovessero. Poi a lato c’era un po’ d’insalatina
che mi faceva gola, ma chissà se era stata lavata con l’agua pura o no… Incluso
c’era anche da bere, anche se non ho idea di cosa fosse. Acqua (pura spero),
con ghiaccio (e quello che fa sempre terrore, e ne mettono sempre una quantità
americana) e poi qualcosa che lo rendeva dolce, forse litchi (anche detti l’uva
del deserto). Per adesso sto bene, ma tranquilli, non vi avvertirò quando quel
giorno arriverà…
1 commento:
L'uva del deserto!hahahhhaha
Posta un commento