Eccoci qua. È iniziata la nuova avventura e quindi il blog
merita di essere risvegliato.
Il viaggio è stato infinito: ho candidamente dormito da
Bruxelles a Madrid, poi da Madrid a Guatamala (12 ore!!!) ho iniziato e finito
un libro. L’aereo era uno di quelli vecchi con solo schermi centrali, avevo il
posto sull’ala, un paio di posti più in là e di fianco una religiosa spagnola
che cercava disperatemente di fare conversazione, tanto quanto io cercavo
disperatamente di evitarlo (v. il libro).
La sera – ubriaca di stanchezza – ho fatto un breve giro in
macchina con ragazzo guatemalteco.
Domenica mi sono svegliata alle 5 e sono rimasta a letto
fino alle 6.30. Poi sono scesa a fare la colazione dei campioni: uova
strapazzate, una specie di purè di fagioli e banane fritte. Per le 8.30 sono
uscita alla ricerca di un autobus turistico che – secondo quanto avevo letto –
avrebbe dovuto fare il giro della città, con tanto di cittadini volontari a
raccontare la città. La premessa è che Città del Guatemala è una città
pericolissima dove non bisogna girare da soli se non in certe zone in certi
orari, quindi cercavo un modo di vedere la città senza rischiare la vita. Dopo
aver girato circa un’ora e mezza, un poliziotto mi dice che si trattava solo di
un servizio temporaneo che non esiste più. Per fortuna, tutte le domeniche c’è
un’iniziativa che si chiama “Pasos y pedales”, per cui questa lunghissima
avenida viene chiusa alle macchine ed invasa da gente che fa jogging (davvero
troppi per il caldo che fa!), bambini, bici, cani, gente che balla e anche un
tipo vestito da spiderman che offriva abbracci gratis (mi è stato d’aiuto dopo aver
scoperto che l’ambito autobus non esisteva). Sono poi passata in un albergo a
chiedere prezzi (perché quello in cui sono mi costa 31 euro a notte ed è
relativamente lontano dall’ufficio) e poi in un ostello. Quando sono arrivata
davanti all’ostello (a piedi, ovviamente), ho suonato disperatemente il
campanello per un quarto d’ora senza risposta, al che – visto che mi rifiutavo
di andarmene senza averlo visto dopo la camminata – dal mio telefono italiano ho chiamato per
vedere se c’era qualcuno (costo della chiamata: 5 euro) e mi ha risposto una
signora dicendomi che stava rientrando e di aspettarla. Infine, ultima tappa
della giornata, sono andata a cambiare i soldi e a comprarmi una sim guatemalteca,
che per qualche ragione funziona solo nell’iphone (che secondo i soliti
allarmismi non dovrei portarmi dietro) e non nei miei telefoni da pochi euro.
Misteri. Prima di rientrare mi sono decisa a sedermi in un bar a mangiare
qualcosa – e devo dire che mangiare da sola è la cosa che più mi fa tristezza
del viaggiare in solitaria. Alle 15 ero di nuovo in albergo e là sono rimasta
finchè non sono crollata alle 21.
Stamattina mi sono svegliata alle 3.45 e poi di nuovo alle
6. Alle 7 ero a fare la mia colazione dei campioni, accompagnata oggi anche da
una sorta di pudding. Alle 7.50 è venuta a prendermi Flor, la mia referente a
Génesis Empresarial. La giornata è stata piena, ho parlato con diverse persone
e mi è presa una paralisi a forza di sorridere a tutti, specie quando non
capisco cosa mi dicono o incrocio una persona che non conosco e non capisco se
devo presentarmi o no. In più qua per presentarsi si danno un bacio sulla
guancia e si abbracciano, a parte i più formali che ti danno la mano. La good
news della giornata è che dovrei andare “al campo” già sabato, quindi non credo
che cambierò albergo (anche se vuol dire altri 5 giorni di colazione dei
campioni). Nelle zone rurali, dove vado a parlare con gli agricoltori locali,
dovrebbero essere più tranquille e più economiche. Génesis mi organizza
trasporto e alloggio, però mi hanno già avvisato che dovrò andare in giro in
moto, perché non ci sono molti altri mezzi di trasporto. E domani mi fanno
avere le camicie con il logo… Sono tutti molto carini e mi hanno anche detto
che mi organizzano tutti i giri turistici che voglio. Quando torno dalle
regioni vado ad Antigua, la vecchia capitale, che è carina e tranquilla, per
fortuna.
Sono molto curiosa di vedere le zone rurali. La capitale,
per quel poco che ho visto, è sporca, pericolosa e priva di particolare fascino.
Certo, io sto in quella che chiamano la “zona viva”, la zona più sicura, dove
ci sono gli alberghi migliori. Immagino che il centro storico sia più
interessante, però da sola intanto non ci posso andare – ma non ho molte
aspettative. Un’altra cosa pazzesca è che siamo veramente di fianco
all’aeroporto, quindi il rumore è continuato e fa anche una certa impressione
vedere l’aereo scendere tra i palazzi. Quando sono atterrata sabato sera
c’erano persone che parcheggiavano apposta a bordo strada per guardare gli
aerei atterrare e decollare. Domani vado a lavoro in autobus – con quelli
sicuri: le fermate sono rialzate, così come le porte dell’autobus, per salire
bisogna comprare il biglietto sulla piattaforma (fermata), ognuna delle quali è
perennemente presidiata da un poliziotto. Quelli non sicuri sono fatiscenti
autobus rossi, che hanno la forma di scuola bus americani, fanno un rumore
assordante, lasciano una scia di fumo e la gente rimane appesa alle porte.
Davanti ad ogni bar, hotel, negozio c’è una guardia. Stasera, che sono
rientrata più tardi delle altre sere (ore 18.30) oltre alla solita guardia, ce
n’era un’altra con un fucile a pompa. Sarei curiosa di sapere quanto lavoro dà
questo stato d’insicurezza cronico…
Prevedo un sacco di duro lavoro ma esperienze di vita vera –
e dopo due anni nella noiosa Bruxelles, ci voleva proprio.
3 commenti:
Che bello..mi ero quasi dimenticata del tuo blog!!Sono contenta che tu l'abbia fatto rivivere..anche perché per messaggi non passano mai le stesse sensazioni :)
Continua ad aggiornarci!
Figurati che io mi ero quasi dimenticata di chi fosse "little drum"!!! <3 <3 <3 <3
Farò il possibile! Tu controlla i voli!!
magnifico racconto. Ho molto lavorato la settimana passata, quindi ti leggo in ritardo. Ho deciso di cominciare da questo, così seguo il filo cronologico della tua avventura - è come quando guardo tutte le puntate di Masterchef su Youtube in un'unica volta! Si sente da quello che scrivi e da come lo scrivi tutto l'entusiasmo che hai per questo viaggio. Brava, hai fatto bene. Sono con te col pensiero. Un bacio. Franci
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